Buongiorno a tutti cari amici e benvenuti sui Monti della Calvana.
Sono Andrea Innocenti, la vostra guida ambientale escursionistica, e questa mattina come si può evincere dal cartello alle mie spalle andiamo a visitare l’ANPIL dei Monti della Calvana. Siamo un po’ sopra a Prato in comune di Calenzano e ci accingiamo a salire sul Monte maggiore per andare ad esplorare questa interessantissima area protetta con una certa eterogeneità ambientale e cercheremo di capire quali sono le peculiarità naturalistiche e ambientali di quest’area del tutto particolare rispetto al contesto toscano in cui ci troviamo. Sì perché i Monti della Calvana sono un po un’entità a sé stante sia da un punto di vista geologico e ambientale per cui è un ambiente tutto da scoprire ma prima di proseguire, sigla!
Qui su questo margine fangoso si rinvengono le tracce del passaggio degli ungulati.
Sto continuando a salire sul Monte maggiore. Qui il sentiero lo vedete è migliorato le condizioni di camminamento sono più agevoli tuttavia ho dovuto praticare diverse svolte perché qui non c’è un sentiero ma c’è una rete di sentieri praticamente non segnalati per cui sconsiglio caldamente avventurarsi su questi sentieri senza avere almeno una mappa e senza sapere come orientarsi per cui il consiglio qui è di non avventurarsi da soli o di avvalersi sempre di una guida. Le guide sono fondamentali sia per comprendere e leggere l’ambiente che ci circonda
ma anche per non perdersi. E proprio qui dietro di me lo vedete c’è una foto trappola che è uno degli strumenti più importanti per monitorare e studiare la fauna selvatica nel suo ambiente naturale si tratta di fotocamere che entrano in azione nel momento in cui c’è il passaggio davanti a loro di un animale per cui viene immortalato studiato e in certi casi si riesce addirittura a
individuare proprio i singoli esemplari dando loro un codice o un nome per cui questo alle mie spalle è stato montato dall’Università degli Studi di Firenze proprio per monitorare questo ambiente per cui sono importanti strumenti di ricerca assolutamente da non toccare e da non manomettere proprio come è scritto nel cartellino che c’è attaccato per cui quando li trovate lasciateli stare.
Ecco qui l’ambiente è completamente cambiato qui ci troviamo quasi sulla sommità del Monte Maggiore vedete mancano ancora veramente pochi metri e siamo in una prateria secondaria cioè prodotta a causa della presenza dell’uomo dovuta al pascolo. Qui per secoli è stato portato avanti un pascolo di ovini e caprini che ha mantenuto questi prati sommitali da dove un tempo c’erano boschi sono stati sostituiti a causa del pascolo con queste praterie sommitali secondarie che negli anni 50 sono state pressoché abbandonate a causa dell’industrializzazione anche della società e quindi e l’abbandono proprio dell’attività della pastorizia per cui oggi questi prati sono mantenuti in parte anche dalla presenza di un gruppo di cavalli rinselvatichiti che pascolano allo stato brado. C’è un’associazione che all’occorrenza si occupa di loro prestando cure più o meno semplici a questi esemplari che vivono da soli in natura e che appunto
ne segue le vicissitudini quotidianamente praticamente.
Qui lo vedete siamo arrivati al cippo che segnala la sommità del Monte Maggiore con Hikingtuscany.com
Ecco lo vedete ho trovato la mandria dei cavalli allo stato brado sono bellissimi!
E qua praticano questa attività di pascolamento per cui anche grazie a loro si mantengono queste praterie sommitali sono animali guardinghi avete visto uno di loro mi aveva già individuato
nonostante il vento non forse a loro favorevole ma hanno un udito abbastanza buono per cui ne hanno subito individuato e guardavano i miei movimenti. Questi sono animali che stanno in natura e sono abituati anche a far fronte agli attacchi del lupo perché per fortuna qua è presente questo importante predatore che mantiene una rete alimentare naturale in buono stato di conservazione tenendo sotto controllo le popolazioni appunto degli ungulati il cinghiale per primo per cui uno di questi problemi che oggi affligge il nostro territorio che appunto il prosperare delle popolazioni di cinghiali grazie al lupo viene mantenuta sotto controllo, lupo che come dicevo prima attacca di tanto in tanto anche queste mandrie di cavalli.
Una delle tante caratteristiche naturalistiche geologiche di quest’area naturale protetta è la presenza di una geomorfologia legata al carsismo. Qui a fianco a me, lo vedete, c’è una dolina
cioè una cavità a forma di scodella, di bacino, che si è formata a causa della dissoluzione di questi calcari operata dalla acidità delle acque delle acque meteoriche della pioggia lentamente
negli anni nei secoli nei millenni questa parte di calcare si è disciolta andando a defluire all’interno dell’inghiottitoio che c’è sul fondo di questa di questa dolina. Non è detto ci sia proprio un
inghiottitoio ma magari una serie di spaccature di feritoie di solchi nascosti all’interno del suolo che vanno a drenare l’acqua piovana che appunto ha disciolto solubilizzato i calcari di
questa montagna.
Dicevo appunto della caratteristica calcarea della Calvana che presenta appunto numerose formazioni carsiche la presenza anche di numerose grotte mi sembra di aver visto una cinquantina qua sul comprensorio e buchi come questo. Quindi capita di trovarsi in presenza di cavità, in questo caso in parte protette da questa segnalazione un po’ di fortuna ma bisogna stare molto attenti a dove mettiamo i piedi in questo ambiente impervio anche a causa del carsismo.
Siamo arrivati al Memoriale di Valibona memoriale dedicato alla resistenza partigiana infatti proprio qui nella notte fra il 2 e il 3 gennaio del ’44 un gruppo di 17 partigiani fu assediato
e attaccato dai carabinieri e da un gruppo fascista furono accerchiati e grazie al capo di loro certo Lanciotto che attaccò direttamente il nemico permettendo ai suoi compagni alla bene
meglio di fuggire sebbene con diverse perdite quei giorni tristi per fortuna se ne sono andati e questo adesso è un luogo di pace e di natura.
Siamo alla fine della stagione della fioritura delle orchidee ma ancora qualcosa riusciamo a trovare la Calvana è diciamo uno spot per la biodiversità delle orchidee. In Valdinievole abbiamo
famoso Monsummano alto famoso e celebre per le sue orchidee ma qui sulla Calvana sono state censite una sessantina di specie diverse di orchidee selvatiche. Pensate la ricchezza di questo ambiente è davvero notevole ed è anche per questo che è stata istituita l’ANPIL dei Monti della Calvana.
Siamo a 710 metri più o meno e questo è il rifugio Bruno Genzini un piccolo edificio con il tetto a doppia falda che appunto da un piccolo rifugio in caso di necessità ai viandanti agli
escursionisti della zona il video diciamo che finisce qua siamo molto vicini al punto di partenza.
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