Dentro all’incendio di Massarosa per capire cosa succede e cosa succederà nei prossimi mesi nella zona incendiata.

 

Buongiorno che agli amici e ben ritrovati sul canale di hikingtuscany.com, il canale dedicato alla natura all’ambiente e alle escursioni. Questa mattina ci troviamo presso Fibbialla e Montigiano che sono rispettivamente nei comuni di Camaiore e di Massarosa in provincia di Lucca e sono tra le zone più colpite dal devastante incendio scaturito il 19 di luglio di quest’anno.

Sono passati pochi giorni e con questo video andremo a vedere gli effetti di questa devastazione ambientale, ma prima di tutto sigla!

Io sono Andrea Innocenti la vostra guida ambientale escursionistica e oggi andiamo a dare testimonianza di una delle più grandi devastazioni ambientali in Toscana.

Nel 2018 purtroppo abbiamo sperimentato la tristezza riguardo all’incendio sul Monte Serra: mille ettari circa andate in fumo. Il 19 di luglio è iniziato l’incendio di Massarosa che è stato domato solamente tre giorni più tardi con circa 900 ettari andati in fumo, circa mille persone evacuate e con conseguenze sia ambientali sia umane di proporzioni poco calcolabili. Sono molte infatti le persone che hanno subito perdite di mobili ed immobili e anche danni a livello psicologico. Infatti la paura è stata davvero tanta e in molti ci hanno rimesso oltre che ai beni anche una buona dose di salute e di tranquillità. Quindi gli incendi sono una devastazione in tutti i sensi. Negli anni sono stati iscritti numerosi articoli scientifici per andare a cercare di capire e di approfondire la questione ambientale e per capire che cosa succede a livello fisico e a livello chimico nei boschi.

Oggi andiamo a cercare di capire direttamente sul posto che cosa è successo qui a Massarosa. Come si può ben vedere non esiste più uno strato basale di sottobosco. Questo è stato completamente incenerito dalle fiamme. Quello che resta è lo strato superiore costituito da arbusti e dagli alberi che sono rimasti in parte sul posto alcuni e quelli che magari erano già secchi e defunti ma in piedi sono crollati.

Come in questo caso, questo era un vecchio pino lo si evince dalla dalla tipologia di corteccia che è appunto crollato a causa delle conseguenze dell’incendio. Ovviamente gli apparati fogliari sono completamente defunti, sono foglie secche che sono state cotte dal calore delle fiamme.

In questa parte di bosco, che era veramente un bosco pregevole, un bosco misto di latifoglie dove possiamo scorgere i resti di un agrifoglio e alle mie spalle una pianta che durante la sua evoluzione ha sviluppato una naturale difesa contro gli incendi. Questa è una sughera, una quercia da sughero e come vedete la sua corteccia è una protezione contro le alte temperature e contro il fuoco si è leggermente bruciacchiata superficialmente ma all’interno i tessuti vitali della pianta riescono a sopravvivere grazie appunto all’isolamento termico del sughero che anche gli uomini utilizzano come isolante sotto ai tetti e in molte altre circostanze. Quindi alcune piante hanno delle difese naturali altre invece purtroppo no.

Andiamo avanti ecco anche qui abbiamo un’altra quercia da sughero, qui si vede molto bene che c’è un lato che è praticamente illeso rispetto alle fiamme mentre tutta la parte retrostante bruciacchiata dal fuoco. Questo avviene perché gli incendi sono spesso condotti dal vento. Il vento produce delle turbolenze intorno al tronco intorno alla pianta per cui gli effetti più devastanti delle alte temperature si hanno solo su un lato. Vedremo lo stesso effetto e lo stesso orientamento della cenere e quindi l’effetto delle fiamme. Sono passati poco meno di una decina di giorni da quando l’incendio è stato spento e ancora si sente molto forte l’odore della cenere che, come vedete, è tutta intorno a me. Proprio a proposito della cenere vorrei spendere due parole riguardo agli effetti chimici dell’incendio nel bosco. Infatti le fiamme che bruciano appunto la sostanza organica presente nel bosco in particolare il legname volatilizzano prevalentemente l’azoto e il carbonio organico delle piante che quindi se ne va con i fumi verso l’alto mentre al suolo rimane soltanto una piccola parte di azoto e un po’ di fosforo. Però l’effetto prevalente al suolo piuttosto che, come molti ritengono erroneamente, piuttosto che fertilizzare il suolo, l’effetto prevalente è quello di creare uno strato impermeabile a 12 centimetri di profondità nel suolo questo è provocato appunto da queste cere che con i fumi vanno a infiltrarsi nel suolo durante proprio l’incendio. Questo strato impermeabile è poi una delle cause della maggiore erosione che avviene in seguito all’incendio. Quando l’incendio poi è domato dopo che passano i giorni e anche gli anni questo strato impermeabile impedisce all’acqua piovana di permeare il suolo e di infiltrarsi e quindi l’acqua è costretta a ruscellare superficialmente e va a portarsi via parte del suolo. Quindi uno dei problemi principali è appunto quello di cercare di limitare il più possibile l’erosione superficiale. Per cercare di capire l’effetto di impermeabilizzazione dovuto all’incendio andiamo a fare questo piccolo esperimento. Rimuoviamo un centimetro o due di strato superficiale e andiamo a vedere come il suolo sotto a questo strato di cenere li dovrebbe esserci appunto formato questo strato impermeabile su cui verseremo dell’acqua e vedremo l’effetto che ha l’acqua su questo strato.

Il terreno sotto la cenere non è più marrone ma è diventato di un grigio. Abbiamo creato questo piccolo spazio e adesso qui ci vestiamo dell’acqua. Vedete si comporta, sembra mercurio  l’acqua rimane lì e non va giù. Non scende non si infiltra è perfettamente impermeabile.

Sono passati alcuni secondi da quando ho versato l’acqua in questa piccola conca che ho creato con con questa spatolina e come si vede l’acqua non è andata giù. Scostando leggermente la fanghiglia che si è formata si trova di nuovo la terra secca per cui c’è proprio uno strato impermeabile che impedirà quando finalmente arriveranno le piogge impedirà all’acqua di infiltrarsi nel suolo e questo è un grave problema idrogeologico. Sono proprio i versanti più acclivi quelli più esposti al problema dell’erosione superficiale e quindi al problema del dilavamento del suolo in occasione delle future precipitazioni meteoriche della pioggia che verrà. In situazioni particolarmente suscettibili anche di provocare danni a eventuali edifici che si trovano a valle. Diventa allora opportuno attrezzarci con la realizzazione di canalette di drenaggio apposite appunto per convogliare le acque e i detriti solidi in zone non pericolose per cui spesso si rende necessario operare proprio con opere di ingegneria naturalistica.

Parlando invece delle cause che provocano un incendio c’è da dire che è rarissima l’eventualità in cui l’incendio sia appunto causato dai eventi di origine naturale.

L’unico evento di origine naturale che può effettivamente innescare un incendio è il fulmine. Tuttavia soprattutto alle nostre latitudini i fulmini si formano in occasione di temporali e i temporali quasi sempre portano copiose piogge e quindi rendono l’ambiente più difficile da incendiare. Per cui il fulmine è veramente un evento rarissimo affinché inneschi un incendio. Invece la causa è sempre l’uomo o per colpa o per dolo.

Nel caso di colpa va citata la elevata cialtronaggine dell’essere umano nell’approcciarsi agli ambienti naturali per cui molto spesso la causa è il mozzicone di sigaretta, il barbecue acceso per divertirsi in ambiente naturale e quindi in zona estremamente suscettibile di incendi boschivi, in altri casi invece c’è proprio il dolo e quindi la scriteriata e scellerata decisione umana di innescare un incendio. Qui a Massarosa c’è già un inchiesta in atto per cui cercheranno di capire se c’è effettivamente un colpevole ma in ogni caso quello che mi sento di dire di evitare al di là dei pazzi scatenati che ci sono in giro e che quindi provocano deliberatamente un incendio, ma diciamo che molto spesso può essere evitato evitando appunto la cialtronaggine e la superficialità nell’approccio agli ambienti naturali. Cerchiamo tutti insieme di ricostruire una coscienza naturalistica ambientale collettiva affinché tutti noi possiamo dare il nostro contributo affinché il nostro amico il nostro compagno di viaggio non sia la causa o noi stessi non siamo la causa di un evento devastante come un incendio. Qui a Massarosa la sofferenza e le perdite sono state elevatissime, 900 ettari di bosco andati in fumo cosa che poteva essere evitata se l’uomo non fosse malamente intervenuto.

E’ come camminare su un suolo lunare o un marziano ogni passo si alza una gran quantità di ceneri e questo odore appunto di cenere e c’è un odore di cera che è appunto quello come vedevamo che impermeabilizza il suolo e provocherà un sacco di danni nel momento in cui inizierà a piovere.

Spero con questo video di aver contribuito a creare una coscienza collettiva in favore dell’ambiente e della natura quella poca che ancora ci resta da preservare e da tutelare quindi per oggi è tutto io vi aspetto al prossimo video. Mettete un like se il video vi è piaciuto iscrivetevi al canale se non l’avete ancora fatto e fate clic sulla campanellina per ricevere la notifica per quando uscirò con un nuovo video. Noi ci vediamo al prossimo appuntamento un grande saluto da Andrea Innocenti, la vostra guida ambientale escursionistica. Ciao.

 

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