Buongiorno cari amici di hikingtuscany.com dall’area di Pietramarina per visitare il Masso del diavolo!
Ben ritrovati, questa mattina ci troviamo presso l’area protetta di Pietramarina, come vedete al cartello alle mie spalle. Diamo proprio all’imbocco del sentiero di oggi che andiamo ad esplorare per verificare che sia tutto in ordine per la prossima escursione del 20 di marzo. Stiamo scendendo per andare a trovare l’antica chiesa di San Giusto al Pinone di cui adesso vi farò vedere alcuni dettagli ma prima di tutto sigla!
Ecco facciamo un sopralluogo oltre che esplorativo, per verificare che tutto sia a posto, ma anche fotografico per effettuare alcuni scatti con la mia reflex. Vedremo che
cosa riesco ad ottenere anche presso il masso del diavolo.
E come vedete, alle mie spalle c’è l’antica chiesa di San Giusto al Pinone. E il nostro itinerario partirà proprio da qui per andare poi ad esplorare l’area protetta di Pietramarina che
oltre a queste bellezze architettoniche e storiche vanta anche numerosi pregi naturalistici e anche archeologici. Andiamo a vedere intanto in che stato versano le condizioni di conservazione
di questa antica chiesa la cui proprietà è stata da tempo dibattuta se essere stata di proprietà pubblica oppure privata. E’ stato confermato che è di proprietà pubblica e però gli interventi di conservazione si sono fatti a lungo attendere. Andiamo a vedere in che stato versa.
Ecco ci troviamo nella zona absidale. Come avete visto c’è un cantiere, per lo meno apparentemente fermo da un po’ di tempo, e che impedisce l’accesso alla cripta che voglio ricordarlo in questa chiesa è esclusivamente dall’esterno, da quella porticina che ho inquadrato poco fa. Nella zona absidale ci sono anche delle piccole finestrelle da qui adesso proveremo a fare una inquadratura con la torcia luminosa. Ecco per quel poco che riusciamo a vedere abbiamo osservato queste colonnine la cui metà inferiore è appunto in arenaria, in pietra serena e la parte superiore in mattoncini. La parte superiore, che ovviamente sorregge la parte dell’altare al piano superiore della chiesa.
E su questo lato della chiesa troviamo la torre campanaria. Torre campanaria il cui edificio è staccato dalla dal volume principale della chiesa anche se più di recente è stato effettuato un collegamento. Eccomi sono ai piedi della torre campanaria che vedete dietro di me e questa era la torre che ospitava la campana che aveva il nome di “Sperduta”. La Sperduta era la campana che suonava prima del tramonto per richiamare i pellegrini che ancora si trovavano nei sentieri boschivi. Quindi offriva una direzione, permetteva ai pellegrini di accorrere al convento
che era proprio qui a fianco e potergli dare ospitalità. Proseguiamo adesso sulla montagna di Pietramarina per andare a vedere l’area protetta e l’area archeologica, venite.
In questa parte della collina ci troviamo in un tipo di vegetazione che supera di poco l’altezza di un uomo. Questo tipo di vegetazione in generale si chiama “macchia”. In particolare le specie che troviamo in questa macchia hanno caratteristiche mediterranee. Vedete troviamo la ginestra di spagna qui affianco a me che è una leguminosa. Le leguminose colonizzano terreni, suoli
poveri perché con le loro micorrize, questa loro simbiosi che hanno con particolari batteri in grado di fissare l’azoto, riescono quindi a prosperare su terreni poveri di azoto, quindi terreni
impoveriti o degradati. E invece qua abbiamo l’erica arborea. Anche questa è una specie che cresce su terreni acidi particolarmente nelle zone mediterranee.
Proseguiamo e vediamo cos’altro riusciamo a trovare.
La situazione è cambiata adesso e la vegetazione è molto più alta di me. Siamo evidentemente in un bosco dove la specie che domina è essenzialmente il leggio. Ci troviamo in una
bella lecceta che è quella che contraddistingue la sommità del monte Pietramarina. Sommità che adesso ci accingiamo a raggiungere.
Quello che vedete le mie spalle è il parco archeologico. Qui gli archeologi stanno effettuando gli scavi per far riemergere antichi edifici, i basamenti degli antichi edifici di questa cittadella etrusca la cui esistenza è iniziata già nel VII secolo avanti cristo pensate, per poi protrarsi avanti nei secoli fino anche al II secolo dopo cristo con vari rimaneggiamenti varie ristrutturazioni
implementazioni di nuovi edifici, cambio di destinazione d’uso fino poi alla decadenza. Ecco come vedete a terra che ci sono i segni dell’attività di grufolamento degli ungulati, dei cinghiali. Vengono qui con una certa frequenza a cercare radici e roba da mangiare. Quindi non solo gli archeologi praticano attività di scavo ma anche i cinghiali.
Ecco quindi, come potete capire, quest’area è veramente ricca di spunti di riflessione sulla nostra storia antica. Incredibilmente pure qua c’era una cittadella etrusca. Quindi non erano relegati alle zone della Toscana centrale e meridionale ma erano persino quassù nel comune di Carmignano in provincia di Prato, quindi in una zona della Toscana molto a settentrione rispetto a quello che è l’immaginario comune.
Avete visto anche alle mie spalle edifici di epoca medicea quindi la storia va avanti su questa collina che era di importanza strategica per la presenza di una viabilità fondamentale. Poco lontano da qui si riusciva a superare l’Arno e si poteva imboccare il crinale del Montalbano per raggiungere la piana pistoiese o la Valdinievole.
E questa roccia davvero sorprendente è il Masso del Diavolo chiamata così perché sulla sommità c’è una scanalatura che l’usanza popolare indica come l’impronta lasciata dal
diavolo proprio in cima a questa roccia.
Le scalette che vedete sul masso del diavolo, potete leggere su internet che sono state incise direttamente dal popolo etrusco per celebrale dei sacrifici anche umani in cima alla roccia e la scanalatura doveva
servire per far colare il sangue in un sacrificio veramente cruento.
In realtà le scale molto probabilmente sono di origine molto più recente e sono state scolpite dalla popolazione locale per agevolare la salita dei turisti in cima alla roccia.
Quindi su internet si trova scritto un po’ di tutto quindi bisogna riuscire a capire che cosa c’è di vero e cosa c’è di falso. In realtà si sa molto poco su questa roccia e delle incisioni scolpite sulla sua superficie. Si sa molto poco perlomeno di quelle antiche. Quindi tutto è avvolto, forse anche per fortuna, in un’aurea di mistero.
Mito e leggenda si intrecciano su queste alture. Fonte etrusca??
Ecco avete visto siamo in una di queste piccole forre del Montalbano dove l’acqua scorre praticamente tutto l’anno. Qui di tanto in tanto si può trovare la salamandrina terdigitata. Oggi non l’abbiamo vista ma in compenso abbiamo visto questo splendido fiore bianco di anemone nemoriale che pure è meritevole di interesse.
E con questa splendida vista panoramica sulla piana pistoiese pratese fiorentina, alle mie spalle abbiamo Prato, io vi lascio, vi saluto. Il sopralluogo è andato a buon fine.
E’ tutto in ordine quindi vi aspetto per il 20 di marzo mi raccomando prenotate mandando un’e mail con nome cognome e numero di telefono e quindi quel momento è tutto da Pietramarina. Un caro saluto da Andrea Innocenti, la vostra guida ambientale escursionistica di hikingtuscany.com. Ciao!